I pionieri del motociclismo poggese. VITO MAGRI
Apro questa pagina volutamente con una vena polemica, alimentata dal fatto che questa "nuova" sezione, non è frutto dei buoni e bravi associati Gigleur, ma di un altro gruppo (La Cumpagnia dei Dormalora. n.d.r.), che senza tanti fronzoli ha cominciato a raccogliere materiale che noi grandi amanti delle moto del passato non ci saremmo neppure sognati!...ebbene si, anche dopo vari inviti, via web e personalmente, devo lamentare che nessun socio è riuscito a fornirmi uno straccio di fotografia per arricchire il nostro caro sito (forse tanto caro non è!!)... (Enea escluso, perchè Lui le foto le ha fornite!)....e in quest'era digitale dove è possibile taggarsi persino sul wc la cosa mi lascia un po' perplesso...
Veniamo a noi, questa umile paginetta è stata creata per raccogliere tutte le foto motociclistiche "di una volta" che magari avete in casa e che magari vi farebbe piacere veder pubblicate!...la prima è quella, ormai nota, del nostro Vito Magri...alla cui sezione dedicata vi rimando!
Veniamo a noi, questa umile paginetta è stata creata per raccogliere tutte le foto motociclistiche "di una volta" che magari avete in casa e che magari vi farebbe piacere veder pubblicate!...la prima è quella, ormai nota, del nostro Vito Magri...alla cui sezione dedicata vi rimando!
Poggio anni '30 moto e auto sulla pubblica via!
Questa foto è stata gentilmente concessa dal gruppo "La Cumpagnia dei Dormalora", che come anticipato in apertura sta facendo emergere un bel sentimento poggese alimentato indubbiamente da tanto interessante materiale che via via sta uscendo dai cassetti e dalle soffitte delle nostre case!
Che dire, ogni Poggese riconoscerà nell'immagine l'incrocio tra via Trento Trieste e via Matteotti a fianco dello storico bar Leon D'Oro. La cosa che balza all'occhio è quella bellissima moto che compare sul lato sinistro...mi è capitato di vedere spesso immagini d'epoca ritraenti moto, ma contestualizzate nel nostro Paese devo dire che fa veramente un bell' effetto.....è inutile che chieda agli omertosi associati chi sia il centauro...magari terrò controllato il profilo dei "dormalora" ...non si sa mai che qualche informazione salti fuori!!!!...come qualche altra bellissima foto!
Che dire, ogni Poggese riconoscerà nell'immagine l'incrocio tra via Trento Trieste e via Matteotti a fianco dello storico bar Leon D'Oro. La cosa che balza all'occhio è quella bellissima moto che compare sul lato sinistro...mi è capitato di vedere spesso immagini d'epoca ritraenti moto, ma contestualizzate nel nostro Paese devo dire che fa veramente un bell' effetto.....è inutile che chieda agli omertosi associati chi sia il centauro...magari terrò controllato il profilo dei "dormalora" ...non si sa mai che qualche informazione salti fuori!!!!...come qualche altra bellissima foto!
Ciclomotori
Fonte:La Cumpagnia di Dormalora.
Da notizie raccolte si identifica il soggetto nel sig. Carlo Mantovani in via Martiri della Libertà di fronte alla proprietà Vinci...il ciclomotore a breve verrà identificato!
In seconda battuta ci hanno comunicato essere un ciclomotore Sachs!
Da notizie raccolte si identifica il soggetto nel sig. Carlo Mantovani in via Martiri della Libertà di fronte alla proprietà Vinci...il ciclomotore a breve verrà identificato!
In seconda battuta ci hanno comunicato essere un ciclomotore Sachs!
vacanze poggesi!
Fonte: La Cumpagnia di Dormalora
Quante cose emergono da questa foto...la Vespa è quella che oggi può essere definito un pezzo da 90 per ogni collezionista di scooter...chiaramente il modello può essere collocato tra il 1948 al 1951, sicuramente verde metallizzato! Poi che sia un "bacchetta" o il modello successivo non è così chiaro...propenderei per il primo vedendo lo scudo anteriore squadrato e la crestina di zama sul fanale anteriore, mentre la copertura in alluminio del "biscotto" della sospensione anteriore sarebbe più attribuibile al modello successivo...in ogni caso rimane sempre una gran bella Vespa.
Volgarmente viene chiamata Faro Basso per ovvie ragioni o per i più romantici "la Vespa di Vacanze Romane"...in quanto protagonista dell'omonima pellicola con Gregory Peck e Audrey Hepburn.
Mi preme sottolineare, l'optional portabollo, quasi sicuramente in alluminio, attaccato al manubrio in ferro cromato e il piccolo paracolpi alloggiato sul parafango anteriore....poi c'è lo sfondo, non certo poggese, che dedichiamo a tutti quelli che sostengono che gli scooter di una volta andavano bene solo per le brevi distanze!
Quante cose emergono da questa foto...la Vespa è quella che oggi può essere definito un pezzo da 90 per ogni collezionista di scooter...chiaramente il modello può essere collocato tra il 1948 al 1951, sicuramente verde metallizzato! Poi che sia un "bacchetta" o il modello successivo non è così chiaro...propenderei per il primo vedendo lo scudo anteriore squadrato e la crestina di zama sul fanale anteriore, mentre la copertura in alluminio del "biscotto" della sospensione anteriore sarebbe più attribuibile al modello successivo...in ogni caso rimane sempre una gran bella Vespa.
Volgarmente viene chiamata Faro Basso per ovvie ragioni o per i più romantici "la Vespa di Vacanze Romane"...in quanto protagonista dell'omonima pellicola con Gregory Peck e Audrey Hepburn.
Mi preme sottolineare, l'optional portabollo, quasi sicuramente in alluminio, attaccato al manubrio in ferro cromato e il piccolo paracolpi alloggiato sul parafango anteriore....poi c'è lo sfondo, non certo poggese, che dedichiamo a tutti quelli che sostengono che gli scooter di una volta andavano bene solo per le brevi distanze!
Battuta di caccia
Fonte:La Cumpagnia di Dormalora
Soggetti: Trazzi Arduino e Trazzi William
Moto: Guzzino...a breve i dati tecnici!
In questa foto c'è tutto: sono indeciso fra uno spaghetti western o una caccia alla volpe padana...il Guzzino come sempre è sottodimensionato, generoso e instancabile come i mediani d'altri tempi, gli sguardi austeri per chi la faccenda la prende veramente sul serio, il fedele amico pronto ad essere liberato per catturare chissà quale preda...il fucile sicuramente con il colpo in canna!!
Questa foto è veramente una bella poesia!
Soggetti: Trazzi Arduino e Trazzi William
Moto: Guzzino...a breve i dati tecnici!
In questa foto c'è tutto: sono indeciso fra uno spaghetti western o una caccia alla volpe padana...il Guzzino come sempre è sottodimensionato, generoso e instancabile come i mediani d'altri tempi, gli sguardi austeri per chi la faccenda la prende veramente sul serio, il fedele amico pronto ad essere liberato per catturare chissà quale preda...il fucile sicuramente con il colpo in canna!!
Questa foto è veramente una bella poesia!
finalmente...una lambretta!!
Fonte: La Cumpagnia di Dormalora
Soggetti: Fratelli Tommasi in Poggio Rusco.
La Innocenti Lambretta (qui gioco in casa) in questione è una 125 D, il quarto modello storicamente uscito da Lambrate, dopo le antecedenti A, B, C (che fantasia)!!
Questa Lambretta è considerata un classico della produzione Innocenti e senza dubbio, tra le "cardaniche" è quella che ha riscosso maggior successo, per il numero di esemplari prodotti e per l'indubbia affidabilità, dote quest'ultima un po' carente sui modelli precedenti.
Il modello in questione è una prima versione, prodotta nel 51, lo si denota dal tappino d'alluminio in fondo alle manopole e da tanti altri piccoli particolari che comunque dalla foto non sono visibili.
Il modello è quello di base, in quanto parallelamente le catene di montaggio milanesi producevano anche il modello LD, una versione meccanicamente invariata, ma con grosse differenze a livello estetico in quanto carenata (come la Vespa per intenderci). Qualche anno dopo per sopperire alla poca potenza sviluppata verrà prodotta anche con motore di 150 cc di cilindrata: un mulo instancabile! E' proprio negli anni 50, su Lambretta 150D che l'avv. Cesare Battaglini compirà dei viaggi fantastici e avventurosi, raccolti nel diario di bordo "Ceylon, India, Oriente Misterioso ed Africa esplorati con il mio scooter" edizioni Cobra. Ecco l'incipit “Sogno ad occhi aperti popoli strani, foreste inesplorate, monti selvaggi, deserti sconfinati e mille altre cose che non esistono solo nella mia fantasia ma che sono realtà di questa terra; ciò che mi tormenta è sapere che, pur esistendo queste cose, forse non le potrò mai vedere con i miei occhi...”...peraltro Battaglini è scomparso proprio nell'ottobre 2011. Ma torniamo alla Lambretta...all'epoca veniva prodotta in tre colori ordinabili a scelta dal cliente, Beige sabbia, Camoscio e Verde oliva, colori che la Lechler ha pazientemente codificato, per permettere a chi si accinge, oggi, a compierne un restauro di ricreare la perfetta originalità. Il modello D, rispetto alle versioni precedenti, come già avevo anticipato, viene profondamente migliorato, sia nelle sospensioni sia a livello motoristico. Il nuovo motore perde così la "coda snodabile" che faceva da ammortizzatore nei modelli B e C, per passare ad un efficace barra di torsione (soltanto montandola si può capirne il funzionamento...a parole non mi ci metto neppure! n.d.r.). Altra cosa interessante, magari scontata per un Lambrettista, è il bauletto portaoggetti, posizionato sotto la sella posteriore...una vera e propria scatola di lamiera! Soltanto restaurando un mezzo del genere si possono comprendere tutte le particolari raffinatezze costruttive di cui è dotato...senza tralasciare la ricercatezza stilistica che rappresenta tutt'oggi un bellissimo oggetto di design industriale.
Soggetti: Fratelli Tommasi in Poggio Rusco.
La Innocenti Lambretta (qui gioco in casa) in questione è una 125 D, il quarto modello storicamente uscito da Lambrate, dopo le antecedenti A, B, C (che fantasia)!!
Questa Lambretta è considerata un classico della produzione Innocenti e senza dubbio, tra le "cardaniche" è quella che ha riscosso maggior successo, per il numero di esemplari prodotti e per l'indubbia affidabilità, dote quest'ultima un po' carente sui modelli precedenti.
Il modello in questione è una prima versione, prodotta nel 51, lo si denota dal tappino d'alluminio in fondo alle manopole e da tanti altri piccoli particolari che comunque dalla foto non sono visibili.
Il modello è quello di base, in quanto parallelamente le catene di montaggio milanesi producevano anche il modello LD, una versione meccanicamente invariata, ma con grosse differenze a livello estetico in quanto carenata (come la Vespa per intenderci). Qualche anno dopo per sopperire alla poca potenza sviluppata verrà prodotta anche con motore di 150 cc di cilindrata: un mulo instancabile! E' proprio negli anni 50, su Lambretta 150D che l'avv. Cesare Battaglini compirà dei viaggi fantastici e avventurosi, raccolti nel diario di bordo "Ceylon, India, Oriente Misterioso ed Africa esplorati con il mio scooter" edizioni Cobra. Ecco l'incipit “Sogno ad occhi aperti popoli strani, foreste inesplorate, monti selvaggi, deserti sconfinati e mille altre cose che non esistono solo nella mia fantasia ma che sono realtà di questa terra; ciò che mi tormenta è sapere che, pur esistendo queste cose, forse non le potrò mai vedere con i miei occhi...”...peraltro Battaglini è scomparso proprio nell'ottobre 2011. Ma torniamo alla Lambretta...all'epoca veniva prodotta in tre colori ordinabili a scelta dal cliente, Beige sabbia, Camoscio e Verde oliva, colori che la Lechler ha pazientemente codificato, per permettere a chi si accinge, oggi, a compierne un restauro di ricreare la perfetta originalità. Il modello D, rispetto alle versioni precedenti, come già avevo anticipato, viene profondamente migliorato, sia nelle sospensioni sia a livello motoristico. Il nuovo motore perde così la "coda snodabile" che faceva da ammortizzatore nei modelli B e C, per passare ad un efficace barra di torsione (soltanto montandola si può capirne il funzionamento...a parole non mi ci metto neppure! n.d.r.). Altra cosa interessante, magari scontata per un Lambrettista, è il bauletto portaoggetti, posizionato sotto la sella posteriore...una vera e propria scatola di lamiera! Soltanto restaurando un mezzo del genere si possono comprendere tutte le particolari raffinatezze costruttive di cui è dotato...senza tralasciare la ricercatezza stilistica che rappresenta tutt'oggi un bellissimo oggetto di design industriale.
anni '70
Fonte: La Cumpagnia di Dormalora.
Soggetto: Taioli
Questa bellissima immagine di Taioli, che a noi piace considerarlo fra i "veri" motociclisti poggesi, apripista in una gara ciclistica che si teneva durante la sagra settembrina.
Soggetto: Taioli
Questa bellissima immagine di Taioli, che a noi piace considerarlo fra i "veri" motociclisti poggesi, apripista in una gara ciclistica che si teneva durante la sagra settembrina.
un vice-presidente acrobatico!
Fonte: Benito Fava, oggi "Archivio Gigleur"
Soggetti: Benito Fava (ala sinistra) e altri commilitoni.
La Poggio delle motorette, delle Lambrette e dei cinquantini avrebbe potuto aspirare certamente alla carica di consigliere Gigleur...certo, per fare il vice-presidente il curriculum vitae richiesto era ben altro!!!
Non a caso Benito, oggi un po' meno spavaldo di allora (dobbiamo dirlo n.d.r.), si presenta subito come motociclista acrobatico, in parata su una Guzzi Alce militare (purtroppo il fachiro in primo piano ne offusca la vista) ....in ogni caso in foto è presente uno dei più operosi (il più operoso) associati e sicuramente un moto militare, pertanto rimarrà a pieno titolo in questa inizialmente umile paginetta che piano piano si sta tramutando in una "gloriosa paginetta di storia poggese"!!
Soggetti: Benito Fava (ala sinistra) e altri commilitoni.
La Poggio delle motorette, delle Lambrette e dei cinquantini avrebbe potuto aspirare certamente alla carica di consigliere Gigleur...certo, per fare il vice-presidente il curriculum vitae richiesto era ben altro!!!
Non a caso Benito, oggi un po' meno spavaldo di allora (dobbiamo dirlo n.d.r.), si presenta subito come motociclista acrobatico, in parata su una Guzzi Alce militare (purtroppo il fachiro in primo piano ne offusca la vista) ....in ogni caso in foto è presente uno dei più operosi (il più operoso) associati e sicuramente un moto militare, pertanto rimarrà a pieno titolo in questa inizialmente umile paginetta che piano piano si sta tramutando in una "gloriosa paginetta di storia poggese"!!
Vespa "struzzo" 150 c.c.
Fonte: La Cumpagnia di Dormalora
Soggetti: Lorenzo e Angela Previdi
A volte da una foto non è facilissimo identificare il modello preciso di una moto...in questo caso, infatti, ho dovuto fare alcune considerazioni.
-la prima cosa che salta all'occhio è il portellino di ispezione carburatore, posto sotto le selle, particolare che fa rientrare la vespa fra quelle di "prima generazione"..cioè pre 2%!!
-il faro "alto", fissato su un manubrio in ferro cromato..particolare che differenza il modello 150 c.c. dal 125 c.c. che, al contrario, dovrebbe avere il faro montato sul parafango (faro basso n.d.r.)...stiamo parlando dei modelli 1955 - 1956.
-l'unica incongruenza potrebbe essere il colore, in quanto la vespa 150 VL usciva nel solo colore Grigio: dalla foto sembra quasi un azzurro metallizzato....colorazione che tuttavia "ci potrebbe anche stare"...in quanto, in quegli anni era un classico aggiornare i modelli vecchi magari proprio con le colorazioni di quelli successivi....non a caso le successive GS 150 o VBA 150 sfoggiavano proprio dei colori metallizzati (rispettivamente grigio e azzurro)....oggi tutto è cambiato i concetti, i materiali e l'utilizzo...uno scooter moderno ha una scadenza, pertanto sarebbe inutile concepirlo per durare nel tempo...negli anni 50 no!!!
Cito alcuni passaggi del libretto uso e manutenzione: Consumo e velocità economica: 2,2 litri ogni 100 km - Velocità max 80 km/h - Portata: pilota e passeggero e 10 kg di bagaglio - Autonomia: 370 km - Peso totale a vuoto 92 kg - Cilindrata 145,6 c.c. - Cambio a 3 velocità - Miscela 5% olio....dimenticavo, viene volgarmente chiamata Struzzo a causa del fanale proteso in avanti posto sul manubrio (tenete presente che prima di questo modello, il primo di 150 c.c., la Piaggio aveva montato i fari sempre e solo sul parafango anteriore!!!).
Dobbiamo ringraziare La Cumpagnia dei Dormalora, che pian piano ci sta fornendo degli spezzoni di storia poggese, fatta di tutti quei mezzi che hanno veramente rimesso in moto l'Italia dopo il secondo conflitto mondiale...modelli semplici e popolari ma che devono essere guardati con grande rispetto per tutto quello che hanno rappresentato e per tutte quelle riflessioni che ancora oggi ci permettono di fare.Grazie.
Soggetti: Lorenzo e Angela Previdi
A volte da una foto non è facilissimo identificare il modello preciso di una moto...in questo caso, infatti, ho dovuto fare alcune considerazioni.
-la prima cosa che salta all'occhio è il portellino di ispezione carburatore, posto sotto le selle, particolare che fa rientrare la vespa fra quelle di "prima generazione"..cioè pre 2%!!
-il faro "alto", fissato su un manubrio in ferro cromato..particolare che differenza il modello 150 c.c. dal 125 c.c. che, al contrario, dovrebbe avere il faro montato sul parafango (faro basso n.d.r.)...stiamo parlando dei modelli 1955 - 1956.
-l'unica incongruenza potrebbe essere il colore, in quanto la vespa 150 VL usciva nel solo colore Grigio: dalla foto sembra quasi un azzurro metallizzato....colorazione che tuttavia "ci potrebbe anche stare"...in quanto, in quegli anni era un classico aggiornare i modelli vecchi magari proprio con le colorazioni di quelli successivi....non a caso le successive GS 150 o VBA 150 sfoggiavano proprio dei colori metallizzati (rispettivamente grigio e azzurro)....oggi tutto è cambiato i concetti, i materiali e l'utilizzo...uno scooter moderno ha una scadenza, pertanto sarebbe inutile concepirlo per durare nel tempo...negli anni 50 no!!!
Cito alcuni passaggi del libretto uso e manutenzione: Consumo e velocità economica: 2,2 litri ogni 100 km - Velocità max 80 km/h - Portata: pilota e passeggero e 10 kg di bagaglio - Autonomia: 370 km - Peso totale a vuoto 92 kg - Cilindrata 145,6 c.c. - Cambio a 3 velocità - Miscela 5% olio....dimenticavo, viene volgarmente chiamata Struzzo a causa del fanale proteso in avanti posto sul manubrio (tenete presente che prima di questo modello, il primo di 150 c.c., la Piaggio aveva montato i fari sempre e solo sul parafango anteriore!!!).
Dobbiamo ringraziare La Cumpagnia dei Dormalora, che pian piano ci sta fornendo degli spezzoni di storia poggese, fatta di tutti quei mezzi che hanno veramente rimesso in moto l'Italia dopo il secondo conflitto mondiale...modelli semplici e popolari ma che devono essere guardati con grande rispetto per tutto quello che hanno rappresentato e per tutte quelle riflessioni che ancora oggi ci permettono di fare.Grazie.
ISO ISETTA
Fonte: Cumpagnia dei Dormalora
Soggetto: Auto Fam. Roberta Bassoli
Che dire...non è una moto ma è senza dubbio interessante e particolare...pertanto entra a pieno titolo nella nostra raccolta!
Il sig. Gianni Bassoli, da Rimini, ci segnala che la vetturetta apparteneva allo zio Bassoli Fausto che abitava a Stoppiaro. Continua dicendo che il mezzo aveva tre ruote, un'unica portella anteriore. Lo sterzo era snodabile in quanto seguiva la portella anteriore durante l'apertura.
Grazie per il contributo!
Soggetto: Auto Fam. Roberta Bassoli
Che dire...non è una moto ma è senza dubbio interessante e particolare...pertanto entra a pieno titolo nella nostra raccolta!
Il sig. Gianni Bassoli, da Rimini, ci segnala che la vetturetta apparteneva allo zio Bassoli Fausto che abitava a Stoppiaro. Continua dicendo che il mezzo aveva tre ruote, un'unica portella anteriore. Lo sterzo era snodabile in quanto seguiva la portella anteriore durante l'apertura.
Grazie per il contributo!
Laverda 750 sf
Fonte: Cumpagnia dei Dormalora
Soggetto: Lino Barbi...che è socio Gigleur!!
Gran bella motocicletta... con ancora i freni a tamburo..non per niente l'acronimo SF Super Freni...poteva essere tranquillamente inteso come Senza Freni!
Soggetto: Lino Barbi...che è socio Gigleur!!
Gran bella motocicletta... con ancora i freni a tamburo..non per niente l'acronimo SF Super Freni...poteva essere tranquillamente inteso come Senza Freni!
VEspa bacchetta
Fonte: Cumpagnia di Dormalora
Soggetto: ragazza famiglia Bisi
Altra bellissima Vespa...il mezzo che ha rimesso in moto l'Italia dopo il secondo conflitto Mondiale.
Soggetto: ragazza famiglia Bisi
Altra bellissima Vespa...il mezzo che ha rimesso in moto l'Italia dopo il secondo conflitto Mondiale.
L'alce!
Fonte: Benito Fava oggi patrimonio Gigleur
Soggetto: Suocero di Benito su Alce la moto militare per eccellenza.
Soggetto: Suocero di Benito su Alce la moto militare per eccellenza.
Faro basso...
Fonte: Cumpagnia di Dormalora
Soggetti: Marisa in Gilioli e fratello su Vespa.
Altro "faro basso" a Poggio Rusco...rispetto alle altre è un modello successivo in ogni caso ante '58...quando si passerà alla fortunata serie vna, vnb ecc ecc...insomma le vespe che bevono direttamente dai carter e non dal cilindro come questa.
Da notare la tinta grigio chiaro pastello che sostituì il verde metallizzato.
Una vespa identica verrà esposta il 27 maggio 2012 presso lo stand dei Dormalora che presenzieranno al nostro raduno.
Con tutte le belle foto che ci hanno fornito, potevamo non dargli qualche moto?????
Soggetti: Marisa in Gilioli e fratello su Vespa.
Altro "faro basso" a Poggio Rusco...rispetto alle altre è un modello successivo in ogni caso ante '58...quando si passerà alla fortunata serie vna, vnb ecc ecc...insomma le vespe che bevono direttamente dai carter e non dal cilindro come questa.
Da notare la tinta grigio chiaro pastello che sostituì il verde metallizzato.
Una vespa identica verrà esposta il 27 maggio 2012 presso lo stand dei Dormalora che presenzieranno al nostro raduno.
Con tutte le belle foto che ci hanno fornito, potevamo non dargli qualche moto?????
MotoM 48 12D
Fonte: La Cumpagnia di Dormalora
Soggetto: Bruno Magnani, fratello del più noto Dimer.
Il ciclomotore quasi certamente è un Motom 48 12D
Soggetto: Bruno Magnani, fratello del più noto Dimer.
Il ciclomotore quasi certamente è un Motom 48 12D
benito azzolini
Fonte: Benito Azzolini, attendiamo Benito che ci racconti la storia di questa foto!
...in attesa di descrizione
Fonte: Benito Azzolini oggi patrimonio Gigleur
in risposta al "vice-presidente" acrobatico
Fonte: Benito Azzolini oggi patrimonio Gigleur
prove tecniche
Fonte: Benito Azzolini